Amor costante by Manuel Vilas

Amor costante by Manuel Vilas

autore:Manuel Vilas [Vilas, Manuel]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: ebook
editore: Guanda
pubblicato: 2023-09-11T22:00:00+00:00


10

Alicia

Alicia accolse con grande gioia il nipote, il figlio di Victoriano. Era più alto del padre, lo notò non appena lo vide sulla porta di casa, troppo complicato andare a prenderlo a Barajas, che ne sapeva lei di aerei e aeroporti. Viveva in un piccolo appartamento del quartiere madrileno di Usera. Era rimasta nubile. Aveva fatto per tutta la vita la parrucchiera nel quartiere. Una brava parrucchiera. Lo accolse in casa con tutto il suo affetto e gli cedette la stanza da letto principale mentre lei se ne andò in quella piccola. Lo trattò come il figlio che non aveva avuto. Un fidanzamento di dodici anni con un meccanico perché poi Sebas, così si chiamava, la piantasse per un’altra, per Matilde, che oltretutto era anche lei parrucchiera. Non lo raccontò a nessuno, perché non aveva nessuno, perché suo fratello Victoriano si era trasformato nel suo fratello romano, vale a dire in una persona lontana, non una a cui fare ricorso. Perciò pianse da sola e si dedicò con impegno a essere una brava parrucchiera, e lasciò il cuore e la passione e la tenerezza nei capelli di centinaia di donne che desideravano apparire più belle per quegli esseri chiamati uomini.

Però il suo Marcelo era suo nipote, uno libero da ogni male, uno nel quale la vita ricominciava.

Non cominciava, ma ricominciava.

L’appartamento odorava di vecchio, e fu questo che disse Irene quando uscirono dalla prima visita che la coppia aveva fatto ad Alicia.

«È mia zia» disse Marce.

Aveva preparato delle empanadillas di carne marinata e aveva aperto una scatoletta di cozze. Aveva anche messo due birre a raffreddare in frigorifero. A Irene sembrò tutto un obbrobrio.

Alicia lo capì non appena la vide, capì che in Irene si annidava qualcosa di oscuro, come se l’avesse scritto in fronte. Non si furono mai simpatiche. Alicia pensava che Irene fosse una donna egoista e falsa. E Irene vide sempre Alicia come una strega, sebbene in realtà Alicia la compatisse. Vide in Irene una solitudine impossibile da curare. Un falò insaziabile. Un abisso di esclusività.

«Non so perché vengano al mondo queste donne» diceva tra sé la vecchia Alicia. «Perché Dio non se le tiene per lui, in modo che lo servano come suore, o come cameriere, non so a che scopo le manda sulla Terra. Sono bugiarde, e non sanno che mentono, perciò dobbiamo compatirle, non sapere che stai mentendo quando menti è la cosa peggiore che può capitare a una donna. Si innamorano di uomini che non esistono. Di questo vivono, dell’amore, ma l’amore per chi. Per nessuno, e questo povero ragazzo dovrà sopportare quella pazza, che è uguale a sua madre, perché io so quello che ha fatto sua madre, che ha piantato il marito e le due figlie e se n’è andata con un commesso viaggiatore, nell’auto di un commesso viaggiatore, perché me l’ha raccontato suo padre il giorno del matrimonio. Mi ha detto che macchina era, una Mercedes. La Mercedes di un commesso viaggiatore di abiti femminili.»

Alicia tentò di dirlo al nipote ma



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